E’ salito a 201 il numero dei lavoratori fragili (di cui 162 svantaggiati certificati, con 21 nuove assunzioni nel 2024) occupati nella cooperativa sociale L’Ovile, una delle più importanti realtà di settore di Confcooperative Terre d’Emilia nell’ambito socio-assistenziale e dell’inclusione al lavoro di persone in condizione di fragilità.
“Il numero complessivo dei dipendenti - sottolinea il presidente de L’Ovile, Valerio Maramotti – è salito a 415 (+3,5%), ma è proprio nell’inserimento di persone svantaggiate che abbiamo nuovamente misurato il valore del nostro lavoro, anche a fronte di un bisogno di inclusione che con frequenza crescente riguarda persone con sofferenze di natura psicologica e psichiatrica e, quindi, portatrici di fragilità che rendono ulteriormente complessa la ricerca del lavoro”.
Eloquenti, a questo proposito, i dati che emergono dal bilancio sociale de L’Ovile; rispetto all’anno precedente, nel 2024 si è abbassata (dal 29,8 al 27,9%) la quota di inserimenti riguardanti persone con disabilità fisica, mentre è salita di oltre sei punti (dal 32,3 al 38,8%) quella relativa all’inclusione al lavoro di persone con disabilità psichica e sensoriale ed è passata dal 3 al 4,5% quella relativa a lavoratori con patologie psichiatriche.
“Questi cambiamenti profondi dei bisogni - spiega Maramotti – li affrontiamo anche nell’ambito dei servizi socio-assistenziali che sviluppiamo e che nel 2024 ci hanno portato ad aprire due nuove strutture (a Novellara e Correggio) nell’ambito dei servizi di salute mentale a media e alta protezione; le persone accolte nelle 15 strutture che gestiamo sono state 82 (di cui 15 in misure alternative al carcere), e qui il risultato più interessante è indicato dalle 21 persone che sono state via via dimesse verso strutture a minore protezione, segno evidente del buon esito dei progetti di sostegno personalizzato adottati”.
Nel bilancio della cooperativa sociale di via De Pisis (dove nei giorni scorsi è stato inaugurato un rilevante ampliamento della sede), al primo posto nella graduatoria degli ambiti di lavoro che concorrono maggiormente a generare lavoro e inclusione spiccano i servizi ambientali con una quota del 57% di persone svantaggiate sul totale dei lavoratori impegnati nel settore (119, pari al 29,2% sul totale) e un’incidenza del 25,7% sul fatturatocomplessivo, sostanzialmente stabile a 16,8 milioni di euro.
A seguire, le pulizie industriali ordinarie con 82 occupati (il 19,8% sul totale), di cui il 44% in condizioni di svantaggio; al terzo posto si collocano le lavorazioni industriali, con 57 persone occupate (il 13,7% sul totale) e, soprattutto, una quota dell’82,5% di persone svantaggiate”.
“In quest’ambito – spiega Maramotti – la quota di persone svantaggiate è salita dell’8,7% rispetto al 2023, e con gratitudine condividiamo questo risultato con le decine di realtà industriali che assegnano commesse alla nostra cooperativa proprio per favorire un’inclusione al lavoro che non si riduca all’assolvimento di un obbligo, ma garantisca anche inclusione sociale e partecipazione reale alle dinamiche dell’impresa”.
“Tra l’altro – aggiunge Maramotti – l’inclusione al lavoro di persone svantaggiate genera un valore rilevante anche per le realtà pubbliche; la differenza tra i costi che sostiene il pubblico per l’inclusione lavorativa (esenzioni e contributi) e i benefici creati dal lavoro nella nostra cooperativa (imposte sui redditi, Iva e spese evitate) è positiva per poco meno di 320.000 euro”.
Nel bilancio sociale della cooperativa sociale reggiana – che ha accolto 324 richiedenti asilo in 52 strutture in cui sono impegnati 33 dipendenti - spiccano, tra l’altro, l’aumento del numero dei soci-lavoratori, saliti a 196 nel 2024 su un totale di 348 soci, un ulteriore miglioramento del clima organizzativo segnalato dai dipendenti (con significativi incrementi delle voci “lavoro in team” e “sostegno all’autonomia”) e i rilevanti investimenti sulla sostenibilità, che hanno portato al raddoppio della produzione di energia elettrica (1.337.600 kwh), termica (1.998.000kw) e della Co2 risparmiata rispetto all’utilizzo di fonti fossili (572tonnellate).
“In materia di sostenibilità – conclude il presidente de L’Ovile – si è intensificata molto anche l’attività di educazione sviluppata con il marchio Ecosapiens, con 931 classi, 900 insegnanti e 18.620 bambine e bambini coinvolti”.
Il bilancio de L’Ovile si è chiuso con 405mila euro di utile (allineato a quello del 2023, quando era stato di 415mila euro), destinato per oltre un terzo (150mila euro) come ristorno ai soci-lavoratori e, per la quota restante, al patrimonio della cooperativa per i futuri investimenti.